(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 set. – L’aiuto per i bambini deve arrivare sempre dagli adulti. “È stato straordinario vedere nelle tante immagini delle zone terremotate dell’Italia Centrale quella resilienza che i genitori hanno saputo offrire ai loro figli”. Cosi’ Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, in merito alla gestione dello stress nelle zone colpite dal terremoto del 24 agosto.
“Il trauma spezza il senso della continuita’ dell’esistenza- chiarisce l’esponente della Societa’ italiana dello studio dello stress traumatico (Sisst)-, in un attimo si frantuma la vita, si perdono la quotidianita’, gli oggetti e gli affetti. Di fronte a tanta distruzione bisogna ricordare ai bambini che qualcosa continua. Devono poter sentire la stabilita’ del genitore anche se e’ evidente che in una situazione di ‘mancanza di luoghi’ pure il genitore piu’ bravo puo’ non riuscire a garantirla”.
Da dove ripartire? “Dalla scuola-risponde la psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva-, il luogo dell’apprendimento, del gioco e dell’aggregazione. È l’istituzione in grado di ristabilire una continuita’ nell’immediato”.
A livello psicologico, raccontare il trauma “non significa elaborarlo perche’ il contenuto e’ sganciato dalla dimensione emotiva. È necessario allora attivare un lavoro di recupero delle emozioni. A L’Aquila- fa sapere l’esperta- abbiamo lavorato per permettere ai bambini di tirare fuori la paura attraverso la drammatizzazione. Abbiamo organizzato dei giochi per far rivivere le emozioni attraverso dei contenuti che non fossero quelli della scena del trauma”. L’esperienza “ci ha insegnato che i bambini che sono stati aiutati hanno sviluppato una resilienza maggiore- afferma Di Renzo-, ma al contempo bisogna aiutare anche gli adulti e gli insegnanti”.
L’elaborazione del trauma “dipende da come viene affrontato e da come vengono aiutate le persone. Tra poco dovrebbe ricominciare la scuola- conclude Di Renzo- ricreare in tempi brevi questo luogo di accoglienza e aggregazione faciliterebbe il recupero per i bambini”.
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