La malinconia, lo sconforto, sono sentimenti umani che non devono essere rifiutati, perché fanno parte della vita e se vissuti fino in fondo, possono favorire una ricerca più profonda nella nostra interiorità.
Nel quadro clinico della depressione, invece, si riscontra tristezza, sconforto, inquietudine, disinteresse, sentimenti che si trascinano per settimane e finiscono per influenzare la percezione di noi stessi e delle cose che ci circondano, fino a compromettere la vita familiare, il lavoro e i rapporti sociali.
La depressione può manifestarsi in maniera silente, mascherata da sintomi somatici, comportamenti compulsivi, umore euforico ed iperattività.
Le cause scatenanti più frequenti possono essere una separazione, un trasferimento in un’altra città, la fine di una storia d’amore, situazioni che incidono sulla vita di una persona a tal punto da creare nella sua storia un “prima” pieno e sereno e un “dopo” dove niente ha più senso. La depressione può colpire maggiormente le persone che presentano una fragilità nei livelli di autostima, tale da vivere un cambiamento o un lutto come una perdita di una parte di sé. In questi casi, la difficoltà di accettare la “perdita” di aspetti della propria vita, di se stessi o di una persona cara, blocca la persona in uno stato di melanconia permanente senza che possa essere elaborata la perdita avvenuta.
Per far fronte a questo stato di profondo abbattimento e oppressione, la persona che vive questo tipo di disagio psicologico deve poter trovare accoglienza per le sensazioni di estraneità, di colpa, di rabbia e di disorientamento che l’attanagliano. In questi casi la psicoterapia, fornendo uno spazio di ascolto e di attribuzione di senso del cambiamento traumatico che la perdita ha causato, può aiutare ad accettare quanto è avvenuto. Tale elaborazione consente alla persona di tornare a investire in maniera vitale la propria persona e la propria vita.