«Una visione condivisa non è un’idea. (…)
Essa è piuttosto una forza nei cuori delle persone, una forza che ha una potenza impressionante.
Può essere ispirata a un’idea, ma una volta che va oltre – se è abbastanza avvincente da acquisire il sostegno di più di una persona – non è più un’astrazione.
E’ tangibile. Le persone cominciano a vederla come se esistesse.
Nelle cose umane, poche forze, seppure ve ne siano, sono altrettanto potenti di una visione condivisa»
(Senge, 1993).
C’è una scuola, fra le tante in provincia di Napoli, l’ITI “F. Morano” di Caivano, dove le parole umiltà, determinazione, speranza, rispetto, non sono solo “idee” e non sono pronunciate solo sulla scia dell’emotività di un momento, ma sono scritte sulla soglia del portone d’ingresso, a manifestazione della volontà di quanti, attraverso il proprio lavoro, si impegnano ogni giorno per renderle una realtà concreta e tangibile.
In questa scuola non ci si limita a confermare lo “status quo”, non ci si ferma davanti a convinzioni del tipo: “nulla potrà mai cambiare, di conseguenza è inutile anche tentare”, ma si prende atto che, anche se la realtà può essere estremamente dura e difficile da affrontare, ognuno ha comunque il proprio contributo da poter apportare e che quel contributo, per quanto possa costituire una “goccia nel mare”, è prezioso, ha un valore, perché per qualcuno può fare la differenza. Per questo va tutelato e supportato.
In questo luogo, tristemente noto alla cronaca, è necessario proteggere la speranza con sbarre di ferro e lucchetti massicci da una realtà esterna spesso troppo dura e soverchiante da poter essere contenuta solo da mura di cemento e finestre chiuse.
In un contesto caratterizzato da tanta complessità e da esperienze di vita che spesso vanno ben oltre il limite che i giovani possono essere preparati a tollerare, il vissuto tende a letteralizzarsi e ad assumere una caratteristica di concretismo che rischia di spazzare via qualunque capacità trasformativa e simbolica. In quest’ottica non stupisce che anche la scuola, luogo di sviluppo e cultura per eccellenza, sia chiamata a farne le spese.
Nonostante ciò, in questa scuola, Venerdì 13 Aprile 2018, il Dirigente Scolastico, o meglio, i rappresentanti di ben 10 Istituti Scolastici del Lazio e della Campania, affiancati dai responsabili di diversi enti istituzionali e specialistici, si sono incontrati per dare voce alle esperienze dei giovani, attraverso l’inaugurazione di un progetto sperimentale che mira a prevenire le esperienze traumatiche infantili nelle loro, purtroppo, molteplici e variegate sfaccettature.
Tale evento potrebbe ben rappresentare l’esistenza di quella spinta vitale, quella “vis individuativa”, che miracolosamente sopravvive anche nelle più disagiate condizioni e che, se sostenuta, rende a volte possibile piccoli cambiamenti che trasformano l’esistenza di molti.
Il Dirigente Scolastico dell’ITI “F. Morano” parla di “occhi belli”, riferendosi agli sguardi dei propri studenti, di speranze e opportunità da tutelare. Con grande umiltà riconosce di non poter cambiare le cose, ma questo non la porta a rinunciare o a rassegnarsi alla realtà, ma ad attivarsi di più per trovare strategie e azioni concrete per creare altre opportunità da mettere a disposizione dei giovani sul territorio.
Sono queste le esperienze scolastiche di cui dovremmo essere orgogliosi di farci testimoni, le storie che dovremmo poter condividere con tanti e che dimostrano che gli ideali non restano tali se si ha la pazienza e la costanza di nutrirli con azioni semplici e concrete.
In questa prospettiva anche le sbarre alle finestre, che qualcuno potrebbe rammaricarsi di vedere, possono assumere un significato “altro” nel momento in cui diventano, simbolicamente, “oggetti” posti a tutela e a protezione della libertà: la libertà di crescere secondo ritmi più naturali, di poter avere un’alternativa, di scegliere.
Un augurio speciale va allora a tutti i dirigenti, i docenti, le famiglie e gli studenti delle scuole della rete, come di tante altre del nostro paese, che lavorando duramente ogni giorno per e con i giovani, fanno delle scuole un luogo di realizzazione di quei piccoli cambiamenti che nella vita di tanti ragazzi costituiscono grandi opportunità.
Di Francesca Zaza