Sono bambini che dai 24 mesi ai 3 anni presentano un rallentamento nello sviluppo del linguaggio in assenza di altri disturbi neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali.
Presentano un numero di parole inferiore a 50 e/o assenza di associazione di 2 o più parole dai 30 mesi. I bambini che vengono definiti come late talkers possono o rientrare nel normale sviluppo di linguaggio o potrebbero ricevere successivamente una diagnosi di disturbo di linguaggio.
La società di oggi ci porta a vivere in modo molto frenetico, corriamo tra lavoro, casa e impegni quotidiani e cercare di ritagliarsi un po’ di tempo per condividere attività con i propri figli, come giocare, leggere, impastare, sperimentare etc.… risulta molto difficile.
In questi giorni di quarantena, abbiamo avuto la fortuna di poter trascorrere del tempo con i nostri bimbi e condividere così molte cose insieme.
Questo per sottolineare quanto sia importante nell’interazione con i bambini, prediligere attività di attenzione condivisa, di contatto fisico ed emotivo con il caregiver, anche durante il cambio del pannolino, il bagnetto, la pappa e la lettura di un libro.
Attività quali il racconto di storie che propongono situazioni di vita quotidiana, arricchiscono la fantasia, offrono una ricca stimolazione linguistica, l’ampliamento del lessico e aiutano anche la comprensione delle intenzioni e dei sentimenti altrui.
È fondamentale che il genitore rispetti i tempi del bambino, che presti attenzione ai segnali comunicativi di questo, all’intonazione, alla gestualità, alla mimica facciale, imitandolo e dimostrandogli così che lo si sta ascoltando e che si è interessati a lui e a quello che sta comunicando. Il bambino così sperimenta il successo e viene continuamente incoraggiato a partecipare a nuove conversazioni.
Dott.ssa Claudia Mandarino
Logopedista