La deglutizione è un processo neuromuscolare articolato e complesso che consente la progressione del bolo alimentare, liquido e solido, dalla cavità orale verso le vie digestive inferiori. È un atto che può avvenire sia volontariamente che passivamente in seguito a stimolazione da parte di secrezioni salivari.
Il neonato quando si avvicina al seno della mamma protrude la lingua tra le labbra ed utilizza il suo potente sfintere labiale avvolgendo il capezzolo, lo sfintere agisce come una ventosa separando l’ambiente interno, la bocca, dall’ambiente esterno. Già nella primissima infanzia il lattante è in grado di far uscire la lingua dalla bocca e di attivare una forte presa delle labbra e tende, anche in situazioni non alimentari, a porre la lingua tra le arcate, la mandibola risulta molto mobile. Spesso durante l’allattamento si alternano momenti di poppata a momenti di sospensione imprevedibili, questi ultimi possono essere recepiti dalla madre con ansia ma in realtà costituiscono già il prototipo di una relazione sociale. Le stimolazioni materne messe in atto per far riprendere la suzione del piccolo sono gratificanti.
La deglutizione va incontro ad una fisiologica maturazione che rappresentata il passaggio dalla deglutizione infantile alla deglutizione adulta. Il primo cambiamento avviene con la nascita degli incisivi che costituiscono la prima barriera per la lingua e la stabilizzazione della mandibola in concomitanza con l’introduzione di nuovi cibi, lo svezzamento.
Con lo svezzamento si verificano diversi cambiamenti:
- Le labbra devono apprendere a chiudersi e a rimanere aperte quando vedono del cibo;
- La lingua deve imparare ad adagiarsi sul pavimento della bocca e non protrudere tra le labbra;
- La mandibola deve scendere dolcemente per permettere l’ingresso del cucchiaio.
È naturale che le prassie del bambino permangano all’inizio della nuova alimentazione: la lingua continua a protrudere tra le arcate e le labbra e si ha l’impressione che il bambino stia “risputando” la pappa posta sul cucchiaio, spesso le labbra si serrano all’arrivo del boccone.
Lo svezzamento è la tappa più importante dell’educazione orale nel primo anno di vita. È un periodo difficile caratterizzato da una parte da incertezze e ansie della mamma e dall’altro da curiosità attesa da parte del bambino. E’ necessario agire con prudenza introducendo il nuovo alimento un po’ per volta, per evidenziare intolleranze o per far abituare il piccolo al nuovo sapore considerando che fino a quel giorno il bambino si era alimentato con il latte materno tanto amato.
È importante non tenere il piccolo in braccio quando gli si dà da mangiare, preferendo che ci sia sempre un contatto visivo. A tal fine sarebbe bene accomodarlo sul seggiolino, ben seduto in modo da potersi guardare negli occhi. Quindi una volta posti uno di fronte l’altro e dopo aver controllato la temperatura del pasto, si può iniziare, si prende un cucchiaio non troppo grande e si pone davanti viso del bambino e si produce “aaaaaaaaammmm” così il bambino può imitarci aprendo bene la bocca nella /a/ e chiudendola nella “m”. Nel momento in cui si dice “a” introduciamo il cucchiaio nella bocca, deponendo il contenuto al centro della lingua, da lì ci sarà un movimento riflesso della lingua contro il palato e il cibo si spargerà all’interno della bocca e il piccolo inizierà ad assaporarlo, ma è necessario, una volta tolto il cucchiaio aiutare dolcemente il piccolo a chiudere la bocca ponendo le dita sul mento e sotto la mandibola.
È fondamentale seguire alcuni accorgimenti:
- Mai forzare il gusto del bambino, ma aiutarlo ad apprezzare il cibo con pazienza, festeggiare i suoi successi con incoraggiamento;
- Non perdersi d’animo se le prime volte appena introducete del cibo lo butta fuori con la lingua, che si interpone tra le labbra;
- Non interpretare il gesto precedente come un rifiuto, ma come un comportamento normale, dato che quello di mettere avanti la lingua tra le arcate è un movimento abituale fino ad allora;
- Aiutare il piccolo a mantenere la lingua all’interno spingendo la punta con il retro del cucchiaio dopo aver lasciato il cibo.
L’evoluzione deglutitoria prevede alcune tappe di maturazione caratteristiche, legate all’evoluzione della morfologia degli organi interessati; quando ciò non avviene si parla di “deglutizione deviata”.
Si definisce “deglutizione atipica o deviata” quando persiste, anche in età adulta, una deglutizione di tipo infantile alterando così il comportamento neuromuscolare oro-facciale.
Dott.ssa Claudia Mandarino
Logopedista