DIRE – Notiziario Psicologia) Roma, 15 set. – La scuola come salto nel vuoto, basse aspettative e molta ansia di prestazione rispetto a un’esperienza ancora ignota? È ciò che accade agli studenti nel passaggio di ciclo, quello che porta dalle materne alle elementari, dalle elementari alle medie, dalle medie al liceo e, infine, dal liceo all’università. ‘Cosa mi aspetta? Come saranno i nuovi insegnanti e i nuovi compagni?’, “chi cambia scuola e/o inizia un percorso nuovo ha l’ansia dell’ignoto”, spiega alla DIRE Rossella Sonnino, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Regina Elena di Roma.
“Il passaggio di ciclo è il momento del percorso scolastico più segnato dall’ansia di prestazione- afferma la preside- si studia molto per paura degli esami, per le scelte future e per il passaggio all’università. Questi studenti vogliono essere bravi, stare bene e soddisfare le aspettative delle famiglie”.
Quanto durano queste paure? “Normalmente, in assenza di problematiche psicologiche, si tratta di un’ansia che si placa subito- risponde Sonnino- appena si rendono conto che l’atmosfera è serena, anche se l’ambiente è cambiato e i compagni sono nuovi. In alcuni casi, nella scuola primaria, possono esserci bambini che presentano disagi psicologici e che sviluppano fobie scolastiche. Non riescono ad arrivare a scuola la mattina, hanno mal di pancia, vomitano, piangono e strillano”.
Alle materne è più difficile? “Per i bambini piccini che vanno a scuola per la prima volta il primo periodo è di ambientazione- ricorda la preside- devono imparare a separarsi dalle figure genitoriali e devono capire come prendere contatto con gli altri bambini. Nella scuola dell’infanzia l’accoglienza è più lenta. I genitori accompagnano i figli, e proprio l’accoglienza rappresenta l’elemento di prevenzione”.
Anche i docenti hanno l’ansia da prestazione all’inizio di un anno scolastico? “Non sono paure ma incertezze- risponde Sonnino- perché con la riforma della scuola cambieranno molte cose e bisognerà trovare il giusto posto e la giusta distanza. Il docente che si trova in una nuova scuola lavora sull’identificazione. Deve stabilire una giusta distanza tra sé e l’altro. In ogni caso anche il nuovo docente ha avuto il periodo 1-15 settembre per ambientarsi”.
Sui genitori? “Tra tutti, i genitori sono quelli con più paure. Chi ha i bambini molto piccoli è intimorito di separarsene. Ecco perché nella scuola dell’infanzia si lavora molto sull’accoglienza, coinvolgendo soprattutto il genitore per tranquillizzarlo sulla serenità del bambino. In prima elementare la mamma e il papà si rilassano solo dopo aver conosciuto l’insegnante. Il passaggio alle elementari è il primo vero distacco che il genitore vive- precisa la dirigente- il figlio inizia a separarsi un po’ dai giochi dell’infanzia per diventare più autonomo. È una lotta tra l’autonomia del bambino e quella che il genitore sente di dover dare al bambino. Si ha paura che l’insegnante non sappia accogliere il proprio figlio, che non capisca le sue potenzialità e la sua personalità. Invece, alle medie- conclude- il genitore si aspetta il bravo docente, competente e accogliente. Inizia a considerare il figlio più adulto”.
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