Studio Arcobaleno

LA DIMENSIONE DI CURA NELLA FIABA E’ NEL PIANO METAFORICO

(DIRE – Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 24 mag. – “Jung e una delle sue piu’ strette collaboratrici, ci dicono che le fiabe sono l’espressione piu’ pura e semplice dei processi psichici e dei fenomeni collettivi inconsci, valgono percio’ piu’ di ogni altro materiale per l’indagine dell’inconscio. Inoltre alcuni autori junghiani, come Dieckmann, sostengono che il piano metaforico, come puo’ essere quello della fiaba preferita o piu’ temuta nell’infanzia portata in analisi, si aggancia al complesso inconscio fonte di sintomi, ma contemporaneamente prepara l’utilizzo dell’energia psichica sul piano del simbolo, aprendosi quindi alla trasformazione, al recupero di quella parte della totalita’ ancora inespressa. La figura della Sirenetta, che simboleggio l’unione di opposti, sembra rappresentare per eccellenza tale potenzialita’”. A spiegare come utilizzare lo strumento della fiaba nella terapia e’ Mariagrazia Crema, psicologa analista del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) e autrice del libro edito dalla Magi ‘Il riscatto della Sirenetta. Da metafora a simbolo: il sacrificio al servizio del processo di crescita’.

- Chi e’ la Sirenetta? “Da un punto di vista metaforico la Sirenetta non e’ ne’ carne ne’ pesce; da un punto di vista simbolico rappresenta quella trasformazione che le permettera’ di diventare e carne e pesce. È un tipo di problematica che ricorre in molte donne, anche adulte- afferma la psicologa analista-, e le varianti simboliche che si possono rintracciare confermano la mia ipotesi iniziale: la Sirenetta vuole essere anima e voce in una realta’ che cerca di bloccarla per 300 anni nel profondo silenzio del mare, per poi diventare schiuma. Lei vive un’esclusione: o e’ tutta del mare senza gambe e anima, o e’ tutta della terra senza voce. E’ il simbolo di una donna che non riesce a definirsi ed e’ costretta a proiettare sul principe tutta la sua autorealizzazione”.

sirenetta

Crema utilizza l’immagine della Sirenetta quando lavora ad esempio con le donne “bloccate in patologie masochistiche, in casi di abuso, con persone i cui bisogni di evoluzione sembrano tutti proiettati sul partner o nel caso del mutismo in adolescenza, che spinge molte persone a non dare voce al loro mondo interno. La Sirenetta rappresenta la massima difesa e la massima tensione all’individuazione. Anche se siamo in un’epoca post femminista- continua l’analista- c’e’ tutto un aspetto del femminile che riguarda l’immagine della ‘madre negativa’ che censura l’aggressivita’, l’aspetto di fedelta’ a se stesse, il poter esprimere i propri bisogni e l’autoaffermazione. Aspetti che rendono il mio libro ancora attuale”.

La psicoterapeuta ricorda una sua paziente che venne abusata all’eta’ di 8 anni: “Aveva problematiche sessuali molto forti, come l’anorgasmia, e riconobbe nell’immagine della coda di pesce la sua rinuncia alla sessualita’ e alla maternita’. Le due dimensioni ‘pesce’ e ‘donna’ erano molto distanti e lei risultava troppo poco differenziata per poter sviluppare i genitali e diventare una donna completa. Doveva fallire non avendo gli strumenti sufficienti per andare nella vita- rammenta Crema-, affrontare la problematica affettiva e l’assunzione della responsabilita’ che implica una maternita’. Un fallimento che non e’ un insuccesso, ma una modalita’ di arrivare alla differenziazione. Lo stesso accade alla Sirenetta, che procedendo di fallimento in fallimento imparera’ a separare gli opposti e a farli comunicare senza dover piu’ rinunciare a nessuno dei due aspetti. Attraverso il fallimento diventera’ sempre un po’ piu’ donna e imparera’ a rinunciare a un falso adattamento che le impedisce di portare avanti la propria istanza individuativa”.

- Qual e’ il fallimento della Sirenetta? “Il principe sposera’ un’altra donna e vedra’ in lei solo una sorella. La donna-pesce non sapra’ piu’ cosa fare: non potra’ tornare indietro, nelle profondita’ del mare, ne’ restare vicina al principe come sorella, perche’ solo il suo amore le avrebbe potuto dare l’anima”. Cosa fara’? “Scegliera’ il sacrificio,- risponde Crema- non uccidera’ l’uomo che ama e si trasformera’ in brezza. La stessa sorte si ritrova in tutte quelle donne che scelgono di sacrificare la compulsione dell’Io alla soccorrevolezza del partner per spostare la loro energia su obiettivi di autorealizzazione personali”.

- La Sirenetta simboleggia la donna d’oggi, a meta’ strada tra lavoro e famiglia? “Certamente e’ il simbolo di una donna che si sente riconosciuta a meta’. La sua autoaffermazione non dovra’ prendere pero’ la via fallica, la coda di pesce. C’e’ un aspetto del femminile piu’ profondo che deve essere recuperato, senza tornare indietro in un mondo matriarcale che vede nel maschile un nemico”.

- Esiste una fiaba che ci aiuta a riflettere sulla condizione del maschile? “Sto lavorando alla fiaba de ‘La Bella e la bestia’- aggiunge l’esponente del Cipa- la quale ci riporta al topos di Eros e Psiche. Non si capisce bene come Eros possa rinunciare alla protezione di Afrodite, la madre, per andare incontro a una donna cosi’ consapevole. Per amor di Lui, Psiche aprira’ il vasetto consegnatole da Preserpina ed entrera’ in un sonno profondo che permettera’ ad Eros di attivarsi. Ma su questo tema- conclude- la mia ricerca continua”.

http://www.dire.it/newsletter/psicologia/anno/2016/maggio/24/?news=02

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