Commosso dal pianto della gabbianella, che non sapeva più chi fosse (era un gatto o cibo per gatti?), Zorba le leccò le lacrime e disse:
“Sei una gabbiana… Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto perchè ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te si…Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto…Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare.” …
…”Volare mi fa paura“, stridette Fortunata.
“Quando succederà io sarò con te” miagolò Zorba.