E’ con grande onore che pubblichiamo la locandina del corso di aggiornamento che sarà tenuto dalla Prof.ssa M. A. Zanetti e dal Prof. Pessa dell’Università di Pavia il 29 e 30 Aprile 2016 presso l’Istituto Comprensivo 5 di Latina.
L’evento rappresenta una delle attività incluse nel Progetto di Ricerca “Individuazione degli Alunni ad Alto Potenziale” attivato dall’Istituto di Ortofonologia di Roma in collaborazione con il LabTalento, Laboratorio Italiano di Ricerca e Intervento per lo sviluppo del talento, del potenziale e della plusdotazione della suddetta Università.
La partecipazione al progetto, come referente sul territorio per l’Istituto di Ortofonologia, mi ha permesso di elaborare molte riflessioni rispetto ad una realtà che rischia ancora troppo spesso di rimanere nell’ombra: quella dei bambini plusdotati nello specifico, ma anche quella, più in generale, del potenziale e delle risorse che possono appartenere a qualunque individuo o contesto.
I bambini ad Alto Potenziale sono bambini che mostrano, o hanno il potenziale per mostrare, abilità superiori rispetto ai coetanei, in una o più aree dello sviluppo. Sono soggetti con risorse cognitive maggiori rispetto ai pari, ma sono anche bambini che si possono caratterizzare per una sensibilità straordinaria e bisogni emotivo-affettivi simili a quelli di qualunque altro compagno. Possono essere, di conseguenza, anche bambini vulnerabili. La maggiore dotazione intellettiva, infatti, non li preserva dalle difficoltà che qualunque altro alunno di pari età si trova a dover affrontare nel percorso di crescita. Ciò può contribuire a renderli ugualmente bisognosi.
C’è poi un altro aspetto dell’argomento al quale si rischia di non conferire il giusto valore: il tema, più generale, delle risorse, che, anche quando non si caratterizzano per livelli superiori alla media, possono essere comunque presenti. E’ il potenziale inteso come “zona di sviluppo prossimale” vygotskijana, ovvero quello spazio di possibilità che un individuo non può raggiungere se lasciato solo, ma può acquisire con il supporto di un adulto o di un compagno più competente. Così intesa, la potenzialità, appartiene a ciascun individuo, a prescindere dalle difficoltà o dai talenti che possono contraddistinguerlo.
Il tema dell’alto potenziale ci ricorda, quindi, che, così come in ogni classe è possibile che sia inserito un bambino con risorse cognitive maggiori rispetto ai coetanei, (che non è detto che sia il più bravo, il più attento, o quello che ottiene i risultati migliori), anche in molti bambini con difficoltà può essere presente uno spazio di potenzialità che rischia di non essere visto. Il tema della plusdotazione ci ricorda di mantenere, nei confronti dell’età evolutiva, uno sguardo attento alla complessità e una visione globale, desiderosa di conoscere e di comprendere, prima ancora che di spiegare e definire.
Lo stesso potrebbe dirsi dell’istituzione scolastica nella quale, nonostante lo stato di grave difficoltà che può coinvolgerla, sono spesso presenti delle risorse, in alcuni casi non sufficientemente valorizzate, o addirittura messe in ombra, proprio dalle grandi difficoltà esistenti a più livelli.
Il rischio allora può diventare quello di abbracciare una visione unilaterale della realtà a discapito della complessità che sempre caratterizza il processo di crescita. Visione unilaterale che contrappone gli alunni “senza difficoltà” a quelli “con difficoltà” e la “scuola che funziona” alla “scuola che non funziona”.
In moltissimi casi la realtà è ben più complessa di così. E’ fatta spesso di bambini ad alto potenziale nei quali possono celarsi delle vulnerabilità e di bambini con difficoltà nei quali si nascondono delle risorse; è fatta di Istituzioni scolastiche che vivono un grande disagio, ma all’interno delle quali sopravvivono comunque tante potenzialità.
Ritengo che sia nostro dovere e responsabilità, come professionisti che lavorano nell’ambito dell’età evolutiva, operare il costante sforzo di tenere insieme ed integrare, quando possibile, queste immagini così apparentemente diverse. Solo in questo modo sarà possibile restituire a bambini e adolescenti quella complessità che, se da una parte comporta maggiore fatica, dall’altra lascia anche una porta aperta sul mondo delle opportunità e delle possibilità. Solo così sarà possibile evitare di identificarsi con un mondo o perfetto, o malato, che sarà poi quello in cui vivranno i giovani nel futuro.
Mi auguro che questa iniziativa possa costituire solo una delle tante che contribuiranno a diffondere un diverso tipo di cultura. Una cultura della risorsa, della potenzialità, che si contrapponga e integri, almeno in parte, alla cultura del deficit, della prestazione come misura di tutto, a volte purtroppo, anche come misura del valore stesso di un individuo.
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo evento. Un ringraziamento speciale va al Dottor Federico Bianchi di Castelbianco e alla Dott.ssa Magda Di Renzo dell’Istituto di Ortofonologia di Roma e alla Prof.ssa Maria Assunta Zanetti dell’Università di Pavia che mi hanno concesso l’onore di prendere parte a questa importante iniziativa e che da anni si prodigano affinchè si diffonda una lettura globale del bambino, rispettosa della complessità che ne caratterizza lo sviluppo. Altrettanta gratitudine va ai Dirigenti Scolastici, alle Referenti del Progetto e ad ognuno degli insegnanti che hanno dedicato tempo e spazio alle attività, mettendo anche, in alcuni casi, in discussione le proprie certezze e mostrando quella “capacità di accogliere” che dovrebbe sempre caratterizzare qualunque tipo di relazione educativa o terapeutica.
Non mi resta che augurarCi…buon lavoro!
Dott.ssa Francesca Zaza