Studio Arcobaleno

L’USIGNOLO, di HANS CHRISTIAN ANDERSEN.

17-bosco-ginestre

….”Sei proprio tu, caro usignolo?” mormorò incredulo l’imperatore. “Io ti ho scacciato e ti ho insultato, e tu hai dissolto i miei cattivi pensieri, hai allontanato la morte dal mio cuore…come potrò ricompensarti?”

“Ho avuto la mia ricompensa la prima volta che mi hai visto. Ho avuto le lacrime di un sovrano, che valgono più dei gioielli. Ora silenzio, hai bisogno di dormire per rimetterti in forze. E io canterò per proteggere il tuo riposo”.

E così fece. Dopo poche note, l’imperatore dormiva come un bambino. Quando si svegliò il sole splendeva dalla finestra aperta, e si rese conto che quel sonno era bastato a ritemprarlo. Aprendo gli occhi vide l’usignolo, che non lo aveva abbandonato: l’usignolo e nessun altro, perchè i suoi cortigiani, credendolo già morto o quasi morto, non si erano presi la briga di andare a trovarlo.

“Rimani con me” lo implorò l’imperatore. “Canterai solo quando ne avrai voglia, e non dovrai obbedire a nessuno. E io farò a pezzi quell’uccellaccio meccanico.”

“E perchè dovresti farlo? E’ bello e prezioso e non ha nessuna colpa. Tienilo con te, e ascolta il suo bel canto quando ne avrai voglia. Io non posso vivere tra quattro mura, ma ti prometto che verrò sempre al momento del bisogno, e anche tutte le volte che avrò nostalgia di questo luogo. Mi poserò su quel ramo e canterò finchè i tuoi pensieri non si saranno placati. Ti canterò le cose belle e quelle brutte, di coloro che ti ossequiano per adulazione e di coloro che compiono in tuo nome azioni che non approveresti….ciò che ti viene nascosto, e cosa pensano le persone che ti amano davvero. Un usignolo vola, vola in ogni luogo e vede molte cose: conosco cosa fa ridere e piangere il pescatore e il contadino. Canterò per te i pensieri degli oppressi e degli infelici, e il modo in cui potrai aiutarli. Te lo prometto, ma devo chiederti una cosa”.

“Tutto ciò che vuoi” disse l’imperatore.

“Non dire mai a nessuno di me: lascia che tutti ti pensino onnisciente, e non avrai più nulla da temere!”

Il sovrano stava per rispondere, ma l’uccellino era già volato via. Allora si alzò e indossò il mantello, si mise in testa la corona e sistemò la spada nella cintura: da anni non si sentiva così bene.

In quel momento si aprì la porta e comparve il luogotenente, che era venuto ad assicurarsi che Sua Maestà fosse morto prima di tornare dal suo successore. Appena lo vide, sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.

“Buongiorno!” disse l’imperatore con un cenno di saluto.

(Tratto da “La Regina delle Nevi e altri racconti”, di Hans Christian Andersen, BUR, 2016)

Share Button