(DIRE – Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 3 nov. – Il confronto e il dialogo tra colleghi e con i propri studenti: e’ questo l’antidoto al senso di precarieta’, alla preoccupazione e all’angoscia causati dalla pandemia e provati dagli insegnanti. A suggerirlo e’ il team di psicologi del progetto ‘Lontani ma vicini’, realizzato da Diregiovani.it e dall’Istituto di Ortofonologia (Ido) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito della task force per le emergenze educative.
Rispondendo alla lettera di una insegnante, angosciata dai periodi di isolamento delle sue classi e dalla paura del contagio, gli psicologi invitano lei, e tutto il corpo insegnante della scuola italiana, a non smettere mai “di aprire un confronto con i suoi colleghi. Magari anche loro provano le stesse difficolta’ e insieme si possono trovare strategie diverse per affrontare quest’anno scolastico che e’ appena iniziato. È importante- aggiungono gli esperti- che ci sia anche con i ragazzi uno spazio aperto di discussione. In questo clima di emotivita’ precaria, trovare uno spazio di sostegno e confronto, poter dire di avere paura ma allo stesso tempo di trovare delle possibili soluzioni potrebbe essere una risorsa indispensabile”.
Indubbiamente, prosegue il team di ‘Lontani ma vicini’, “e’ difficile lavorare in un ambiente come la scuola, caratterizzato attualmente dalla imprevedibilita’ di possibili contagi, quarantene e isolamenti preventivi. Sicuramente la didattica a distanza rappresentava un luogo sicuro e familiare, la sua casa. Non temeva di essere veicolo di contagio e in qualche modo aveva un contatto regolare con i suoi alunni. Ora questo senso di precarieta’ e di ansia contamina probabilmente le modalita’ con cui ha sempre svolto il suo lavoro”.
La situazione emergenziale che “stiamo vivendo attiva uno stato di angoscia profondo, in quanto e’ difficile riuscire ad avere un controllo assoluto. Anche le informazioni frammentate e in continuo cambiamento non aiutano- concludono gli psicologi- a creare un protocollo chiaro per affrontare l’emergenza”.
FONTE ORIGINALE: http://direnl.dire.it/psicologia/anno/2020/novembre/03/?news=07