Benessere, leggerezza, rilassamento, sono solo alcune delle parole che vengono in mente quando si parla dell’ acqua, da tempo considerata come strumento di supporto terapeutico per vari tipi di patologie: neuromotorie, osteoarticolari, ortopediche e più recentemente psicomotorie.
Il bambino che ha l’opportunità di sentire il suo corpo immerso nell’acqua ha la possibilità di percepirlo nella sua totalità, come avvolto da un abbraccio accogliente. Ciò favorisce la costruzione dell’immagine mentale del proprio corpo nella sua integrità. Inoltre nell’ambiente micro-gravitario dell’acqua i movimenti del bambino sono rallentati e ciò ne favorisce il corretto apprendimento.
L’acqua conduce alla coordinazione ed al controllo del movimento.
Lo psicomotricista struttura il lavoro in acqua in modo da far vivere il nuovo elemento al bambino in maniera sicura e spontanea. Ciò che conta non è l’insegnamento dei vari stili di nuoto, bensì far provare al piccolo paziente un’esperienza che conduca al divertimento, alla relazione con l’altro, al rilassamento ed alla scoperta di nuovi movimenti, che a terra non sarebbe possibile sperimentare .
Il bambino viene messo in condizione di poter sperimentare il materiale, investendolo in una chiave simbolica oppure utilizzandolo per strutturare giochi di abilità motoria.
Egli si trova ad usare un elemento che si può modificare, travasare, battere con forza ma che torna sempre al suo stato d’ origine. L’acqua si connota come elemento rassicurante ed accogliente, in grado di contenere il mondo interno del bambino che si sperimenta senza limitazioni.
Il corpo immerso nell’acqua calda si libera delle ansie che aumentano inevitabilmente il tono muscolare, dunque diviene lo strumento che conduce al rilassamento ovvero alla scoperta di una corpo leggero e libero da tensioni.
La psicomotricità in acqua permette ai bambini di relazionarsi con l’altro in maniera molto più diretta e veicolata dal corpo, consente di apprendere e condividere regole sociali ed infine rende possibile vivere la terapia come un piacere e non solo come un confronto con le proprie difficoltà; per questo è indicata anche nei casi di disabilità più grave.
L’ambiente acquatico non ha barriere e non nega a nessuno la possibilità di vivere il corpo nella sua interezza, leggero e libero di agire.
QUANDO PUO’ ESSERE UTILE?
La psicomotricità in acqua può essere indicata nel trattamento di diversi disturbi, tra i quali: