(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 20 giu. - "Siamo spesso abituati a pensare a noi stessi in termini di pochi elementi caratterizzanti. A volte si tratta di motivi che alimentano un certo sintomo, in altri casi di complessi dominanti (come il denaro, il potere, il divertimento, gli incontri interpersonali, ecc.) e c'e' la tendenza a riassumere la nostra soggettivita' all'interno di poche aree determinate. Dante, invece, ci sollecita ad esplorare la totalita', a sperimentare che siamo una complessita' di aspetti e non una pochezza di complessi dominanti". Continua a leggere